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Crisi di liquidità può scagionare l’imprenditore domenica 9 marzo 2014

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10813 del 6 marzo, fa il punto su come e quando la crisi di liquidità possa escludere la punibilità per l'evasione IVA.In particolare è stato affermato che la mancanza di denaro funge da scriminante solo quando l'imprenditore riesce a dimostrare di aver fatto davvero l'impossibile per saldare il debito con l'Erario.Nella sentenza la Suprema Corte parte dalla considerazione che il reato deve essere sempre punito in quanto è sufficiente provare il dolo generico. Tuttavia, allo stesso tempo, pur confermando la condanna a carico dell'imprenditore ricorrente, viene mostrata una grande apertura verso la possibilità di usare la crisi come giustificativo per ottenere l'assoluzione.In particolare è necessario, perché in concreto ciò si verifichi, che siano assolti gli oneri di allegazione che, per quanto attiene alla lamentata crisi di liquidità, dovranno investire non solo l'aspetto della non imputabilità a chi abbia omesso il versamento della crisi economica che ha investito l'azienda o la sua persona, ma anche la prova che tale crisi non sarebbe stata altrimenti fronteggiabile tramite il ricorso, da parte dell'imprenditore, ad idonee misure da valutarsi in concreto (non ultimo, il ricorso al credito bancario).
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