| La base imponibile coinvolge gli enti non profit |
venerdì 17 febbraio 2012 |
| Gli immobili posseduti dagli enti ecclesiastici e dagli altri enti non profit saranno esenti dal pagamento dell'IMU soltanto se non commerciali.
L'esenzione sarà limitata alla sola frazione di unità nella quale si svolga l'attività di natura non commerciale, ed è allo studio anche l'introduzione di un meccanismo di dichiarazione circa l'individuazione del rapporto proporzionale tra attività commerciali e non commerciali esercitate all'interno di uno stesso immobile. Questa dovrebbe essere la soluzione attraverso la quale verrebbe superata la procedura di infrazione intrapresa dalla Commissione europea nei confronti del nostro Paese, evitando una eventuale condanna.
In gioco vi è una base imponibile molto variegata che supera i 171,5 miliardi di euro. Gli effetti concreti dipenderanno però dai chiarimenti in merito alla individuazione degli immobili e dal concetto di commercialità. Potrebbero, infatti, rientrare nella categoria del non profit le scuole parificate, ma deve essere ricordato che gli istituti statali sono esentati dall'ICI.
I confini dell'imposizione potrebbero ampliarsi includendo i partiti politici, i sindacati, le fondazioni, le associazioni sportive, i circoli privati. La realtà risulta quindi molto variegata. Si pensi, ad esempio, alle cooperative sociali che, ad oggi, non godono di una esenzione generale ma che devono ottenerla da parte del Comune e, invece, le associazioni che non rientrano nell'area di imposizione IMU. Per questi ultimi soggetti sarà indispensabile, quindi, poter individuare la quota commerciale della propria attività esercitata nell'immobile. Con il nuovo criterio di tassazione passerà alla cassa anche il mondo dei circoli privati quando gli stessi sono finti e nascondono, in realtà, l'esercizio di locali e ristoranti di natura commerciale. |
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