| Liberalizzazioni e settore immobiliare |
giovedì 9 febbraio 2012 |
| Il processo di crisi che sta coinvolgendo sempre più il settore immobiliare, è stato ulteriormente accelerato dall’onere dell’Iva, di cui il costruttore deve rendersi debitore trascorsi i cinque anni dalla fine dei lavori. La rettifica, infatti, viene calcolata per un decimo all’anno sugli appartamenti rimasti invenduti e per tanti decimi quanti ne mancano al compimento del decennio dalla fine dei lavori per gli immobili venduti.
Non sembrano esservi particolari vantaggi nemmeno con l’intervento del D.L. n. 1/2012, il quale ha introdotto la possibilità di separazione dell’attività. Il passaggio dal settore imponibile a quello esente, infatti, potrebbe addirittura risultare penalizzante per gli imprenditori per via del calcolo dell’imposta sul valore normale e non sul costo di produzione, il quale rimane indetraibile per l’altro settore.
Si ricorda che la separazione dell’attività riguarda esclusivamente le imprese che fanno trading, vale a dire quelle imprese che acquistano interi stabili con l'obbiettivo di rivenderli. Questa operazione consente loro di isolare la componente degli appartamenti esenti dalle altre unità immobiliari e, di conseguenza, di allocare correttamente i lavori di manutenzione, senza alcun problema di pro-rata. |
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