| In Calabria scuola paritaria in crescita |
lunedì 17 ottobre 2011 |
| In Calabria la scuola paritaria cresce per numero di iscritti del 12,43% . Al contrario, gli studenti della statale fanno registrare un calo pari al 7,30%. E' quanto emerge da una ricerca dell'Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc) presentata nel corso del consiglio nazionale svoltosi a Reggio Calabria. L'incremento maggiore di iscritti alla scuola paritaria è stato rilevato a Vibo Valentia (+24,41%). Dalla ricerca dell'Agesc emerge inoltre che a Reggio tra il 2009 e il 2005 c'é stato un incremento nella scuola dell'infanzia del 33,04%. Reggio Calabria detiene il primato a livello regionale del numero degli iscritti alla scuola paritaria e fa registrare un tasso di crescita molto significativo. Questi dati concorrono a spiegare la scelta di svolgere a Reggio il Consiglio nazionale di Agesc. La città sta, infatti, diventando un punto importante nel panorama territoriale dei nostri associati". "In uno studio condotto a livello nazionale - prosegue Colombo - dal Dipartimento di Scienze Antropologiche della Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Genova, sotto la guida della Professoressa Luisa Ribolzi, risulta che in Italia, una famiglia su cinque sceglierebbe la scuola non statale se ne avesse le possibilità finanziarie. Se lo Stato incentivasse con 500 o 1.000 euro al mese la migrazione dalla scuola statale a quella paritaria, dice anche lo studio, il saldo contabile dell'intervento sarebbe positivo a favore dello Stato (da + 0,13% di risparmio sul budget dedicato alla scuola, considerando la migrazione dei soli studenti del primo anno di ogni grado, +0,54% per la migrazione degli studenti di tutti gli anni di corso). Tuttavia, credo sia il momento di superare gli stereotipi, logorati dall'uso e dal tono recriminatorio, del dibattito sulla scuola paritaria, e dare una svolta alla questione". "Risulta, infatti, ormai evidente che la scuola paritaria implica strutturalmente il concetto di bene comune. La scelta educativa, infatti, rientra di diritto tra le facoltà di ogni famiglia e non può basarsi su criteri meramente economici, perché educazione e cultura si fondano sulla libertà". |
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