| Pagamenti sospesi fino alla senten. di primo grado |
giovedì 21 aprile 2011 |
| In vista del prossimo 1° luglio, data di entrata in vigore dell'"accertamento esecutivo", gli esperti dell'Economia stanno lavorando per riequilibrare e rendere più leggera la pressione su contribuenti e professionisti. In particolare, si prospetta la possibilità per il Fisco di chiedere il pagamento del 50% della maggiore imposta solo dopo la sentenza emessa dai giudici di primo grado.
L'accertamento esecutivo è stato oggetto di numerose critiche da parte delle categorie produttive e per questo si teme che dal prossimo 1° luglio, senza un intervento correttivo del legislatore o del Governo, ci possa essere una vera e propria paralisi dei processi tributari.
È molto probabile infatti che le commissioni tributarie dovranno concentrarsi esclusivamente sulla richiesta di sospensione degli atti di accertamento.
Con l'accertamento esecutivo, introdotto dalla manovra estiva dello scorso anno (D.L. n. 78/2010, art. 29), la cartella esattoriale diventa esecutiva trascorsi 60 giorni dall'avvenuta consegna al contribuente.
Passati 30 giorni dal termine ultimo per il pagamento, l'incasso delle somme viene affidato direttamente all'agente della riscossione che può procedere anche con l'esecuzione forzata.
Per quanto riguarda la sospensione delle cartelle di pagamento, la versione originaria del D.L. n. 78/2010 prevedeva una durata massima di 150 giorni, ma - su richiesta delle associazioni di categoria in sede di conversione del D.L. n. 78/2010 - si è previsto lo stop temporaneo dell'esecuzione fino alla pubblicazione della sentenza di primo grado.
Da qui il timore di un aumento esponenziale delle istanze di sospensione, che potrebbero incagliare il già complicato meccanismo delle commissioni tributarie |
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